
Come previsto, le critiche, aspre, alla Chiesa non si sono fatte attendere. Non mi è parso di leggere da nessuna parte, però, un'analisi del perché la Chiesa sia così contraria a quello che per la maggioranza delle persone è solo un umano atto di pietà. Forse si dà per scontato che le gerarchie ecclesiastiche siano ritenute dai più una combriccola di pazzi, un manipolo di persone crudeli e disumane. Oppure che faccia tutto parte del complotto che la Chiesa sta tramando da secoli per dominare il mondo. Sta di fatto che nessuno ha cercato di spiegare quale sia il losco interesse che spinge la Chiesa ad accanirsi nella difesa della vita, soprattutto quella di chi non è più (o non è ancora) in grado di occuparsi da solo di se stesso. Io, però, sono convinto che se si provasse a fare un piccolo sforzo, liberandosi dai pregiudizi, se si concedesse alla Chiesa di non agire per un bieco interesse umano, né per bramosia di potere, né per controllare le coscienze di quei citrulli dei credenti, se si provasse a ipotizzare che ciò che preoccupa la Chiesa potrebbe essere importante per tutti, allora, non si faticherebbe a comprendere quali abomini si nascondano dietro questi presunti atti di pietà. Quanto lacerante sia il danno che provocano decisioni come quella presa sulla vita di Eluana. Verso quale baratro ci accompagnino le accorate, giustificabili, comprensibili parole del padre, travolto da un dolore inimmaginabile, ma proprio per questo inadatto al compito che tutti, pietosamente, ritengono sia un suo diritto: decidere per la vita di sua figlia. E' una riflessione complessa, e merita tempo e silenzio. Ma è indispensabile avere dei dubbi, senza immedesimarsi nel corpo inerte di Eluana, senza continuare a pensare se al suo posto ci fossimo noi, perché ciò di cui si parla oggi non vale solo per il suo caso, vale per tutti i casi in cui ci siano persone che non riescono ad alimentarsi ed idratarsi da sole, e non c'è giudice, né legislatore, su questa terra, che possa tracciare con sicurezza i confini al di là dei quali una vita non è più da considerarsi degna di essere vissuta.
Etichette: Chiesa, Eluana Englaro, eutanasia