Don Sciortino, Mancuso, ma soprattutto Crippa (e il Foglio tutto)
Oggi finalmente è arrivata la mia copia in abbonamento di Famiglia Cristiana. L'articolo di Don Sciortino, però, l'avevo letto già da qualche giorno, così come i commenti, da quelli entusiasti a quelli più indignati. Ho persino comprato Repubblica per leggere Vito Mancuso e la sua interessante distinzione tra Chiesa politica e Chiesa profetica, un po' forzata, ma certo meritevole di un approfondimento. L'editoriale che ho amato di più, però, è stato quello di Maurizio Crippa, l'unico, a mio avviso, a centrare il problema.
Don Sciortino, in effetti, ha fatto emergere un malessere presente in molti elettori cattolici, spinti in questi anni a scegliere, tra i vari schieramenti, quelli che difendessero con maggior vigore i valori irrinunciabili della Chiesa, ovvero vita, famiglia ed educazione. Ora, dopo 15 anni di sostegno quasi incondizionato al centrodestra, che, a parole, ha sempre fatto propri tali valori, i cattolici si ritrovano con un pugno di mosche e per di più sbeffeggiati dagli stili di vita non certo esemplari dei principali esponenti di tale schieramento. Insomma, volente o nolente, Don Sciortino non ha sollevato un caso morale, ma piuttosto politico. Vale ancora la pena, infatti, sostenere questi politici che, in sostanza, hanno fatto morire Eluana (e presto faranno l'unica cosa eticamente non necessaria: ovvero il testamento biologico), non hanno sostenuto la lista pro-life di Ferrara, non fanno niente per la famiglia, né per la scuola privata, si dichiarano anarchici nell'etica e conducono vite non certo morigerate e virtuose, solo perché dicono di avere a cuore i valori espressi dalla Chiesa?
Per quel che mi riguarda ho cominciato a rifletterci sopra.
Etichette: Don Antonio Sciortino, Il Foglio, Maurizio Crippa, Vito Mancuso