giovedì, novembre 11, 2010

La libreria di Piazza San Silvestro

Scopro solo oggi che ha chiuso a Roma anche l'ultima libreria della catena Remainders, fondata da Biagio Melloni e di cui ho spesso parlato. Per un breve periodo di tempo ho avuto la fortuna di lavorare fianco a fianco con Rodolfo Giammona, che per anni, ne è stato il titolare. Una delle persone più simpatiche e disponibili che abbia conosciuto, profondo conoscitore di libri e segugio infaticabile di rarità editoriali. Sono veramente dispiaciuto per questa chiusura, che credo depauperi in maniera irreversibile l'offerta di prodotti editoriali in Italia. Non credo che nessuna tecnologia, nessun megastore, nessun supermercato sarai mai in grado di restituire le atmosfere che si potevano respirare in quei negozi.
Visto che tutti i link esterni che ho pubblicato su questo argomento portano a pagine che sono scomparse, mi permetto di pubblicare l'articolo del corriere a futura memoria:
La catena che offriva gli invenduti. «Colpiti dalla crisi»
Addio al sogno dei libri al costo di un caffè
Chiude a fine luglio l' ultimo Remainders' di Roma


Il 31 luglio l' ultima libreria della catena Remainders' chiuderà. È quella di Roma, si trova in piazza San Silvestro. Dei 127 negozi avviati da Biagio Melloni all' inizio degli anni Sessanta, era l' unica a sopravvivere. Nell' aprile del 2005 abbassò per sempre la saracinesca l' Accademia in Galleria Vittorio Emanuele a Milano: qui nacque il sogno di vendere a tutti gli italiani, al costo di un caffè o di una bibita, un libro. Il fatto si celebrò all' insegna della beffa, giacché chiuse il giorno dopo aver ricevuto la targa di negozio storico. In piazza San Silvestro, tra gli scaffali di questo Remainders' inaugurato nell' aprile 1965 (il giorno dell' apertura fu necessario l' intervento dei carabinieri, a causa dell' eccessivo afflusso di pubblico), è passata molta storia. Rodolfo Giammona, che entrò da commesso e poi ne divenne il titolare, ricorda clienti noti e persone comuni: «Nella nostra libreria creammo subito una sala di lettura, per favorire gli studenti e coloro che cercavano qualcosa di particolare. Le visite? Ho venduto libri ad Alberto Sordi, Ingrid Bergmann, Federico Fellini, Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Giancarlo Giannini, Pupi Avati...». È solo l' inizio di un elenco infinito: «Recentemente ci ha fatto visita Alberto Arbasino; Giorgio Manganelli e Alberto Moravia erano assidui frequentatori, ho conosciuto bene Rafael Alberti e Pablo Neruda, Massimo Cacciari è nostro cliente...». Non mancano i politici: «Spadolini e Craxi cercavano sempre libri sul Risorgimento, Ugo La Malfa guardava tutto con attenzione, Berlinguer era gentile e discreto; una volta entrò il presidente Pertini e cominciò a dialogare con la gente, gettando nel panico i guardaspalle». Anche molti politici attuali non mancano all' appello: «Rutelli, Veltroni, Cicchitto e, tra gli altri, il ministro Carfagna, che di solito arriva senza auto e senza scorta». Ma c' è qualcosa di più. La «pazza» idea che sta alla base dei Remainders' , ovvero salvare dal macero titoli invenduti e proporli a metà prezzo o addirittura a un quarto del costo, aveva trasformato nel tempo i diversi punti di Biagio Melloni in luoghi dove cercare libri esauriti e rarità. Non a caso Rodolfo Giammona ricorda di aver spedito pacchi in decine di università del mondo, dal Brasile alla Russia, dal Messico all' Irlanda, dagli Stati Uniti al Giappone. Inoltre i Remainders' di Roma furono tra i primi a importare dall' estero i calendari con soggetti culturali, con foto di scrittori o di opere d' arte. Li troviamo inoltre tra i pionieri della vendita del giocattolo o dei puzzle in libreria. Né va dimenticato il fatto che lo stesso fondatore, Biagio Melloni (scomparso nel maggio 2009), dal 1972 stipulò un accordo con i supermercati Sma e in una trentina di essi riuscì a collocare degli scaffali di libri accanto alla cassa, che ogni settimana venivano riforniti con le «novità a metà prezzo» tra le più vendute. Era la prima iniziativa di tal genere e il Remainders' di Roma ebbe gran parte nella gestione del progetto. Ma queste, come direbbe Giorgio Gaber, sono tutte idee del secolo scorso e ora la realtà ha un nome semplice e frigido: si chiama chiusura. Alla nostra domanda: «Rodolfo, perché si arrende?», egli risponde: «Non ce la faccio più con l' affitto, le spese in questi ultimi anni sono aumentate e ormai sono insostenibili per una libreria come la nostra, c' è stato un calo delle vendite in seguito alla crisi». Non occorrono commenti. È tutto chiaro. Le stesse parole, con due o tre sillabe diverse, ce le confidò nel 2005 Renato Zanganelli, il direttore dei Remainders' di Milano, poco prima di gettare la spugna. Con la fine della libreria di piazza San Silvestro muore anche un sogno cominciato mezzo secolo fa: dare a tutti la possibilità di comperare un libro vero, far leggere qualcosa a ogni italiano abbattendo il prezzo e creando negozi dove anche i più timorosi potevano entrare, chiedere, consultare, leggere, confrontare. In un Paese che in quegli anni vinceva le sacche di analfabetismo con l' aiuto del programma Non è mai troppo tardi, condotto dall' indimenticabile Alberto Manzi, i Remainders' furono una boccata di ossigeno e un invito alla cultura. Per questo ci togliamo rispettosi il cappello dinanzi all' ultima loro saracinesca che si abbassa. E ci rendiamo conto che un altro sogno è svanito. Armando Torno
**** Le librerie I remainder I libri remainder sono libri nuovi provenienti dai magazzini delle case editrici: quando un titolo viene messo fuori catalogo, le librerie entro un certo periodo possono acquistare le copie e riproporre i volumi al pubblico a prezzi più vantaggiosi In Italia La prima libreria Remainders' in Italia è stata fondata nel 1964 a Milano da Biagio Melloni (nella foto il sindaco di Milano, Pietro Bucalossi, primo cliente del Remainders' Book nel 1964). A Roma i Remainders' sono arrivati l' anno dopo in Piazza San Silvestro. Adesso è stata annunciata la chiusura

Torno Armando


Pagina 27
(12 luglio 2010) - Corriere della Sera

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