E' l'aborto lo spartiacque tra due visioni del mondo

Contemporaneamente sul Foglio, Francesco Agnoli raccontava la strage di bambini compiuta quotidianamente in Cina e in India e ricostruiva la storia dell'aborto, ricordando come il non ricorrervi sia stata una delle più grandi e moderne conquiste della società giudaico-cristiana. Erano i Giudei infatti i soli a giudicare nefasta la soppressione dei figli, prima e dopo la nascita, e allo stesso modo si comportarono i cristiani trasformando radicalmente la società greco-romana. In Occidente l'aborto riapparve solo col Nazismo e lo Stalinismo, che affidarono allo stato il compito atroce di decidere chi avesse il diritto alla vita. Oggi, dice Agnoli, personaggi quali Peter Singer, bioeticista animalista, consigliere di Zapatero, si chiedono per quale motivo l'impostazione antiabortista della civiltà giudaico-cristiana sia da preferirsi a quella di tante altre civiltà antiche e moderne che niente avevano in contrario ad aborto ed infanticidio. La risposta, a mio avviso, oltre che nell'umana compassione, sta chiaramente in ciò che di buono la nostra civiltà è riuscita a produrre e nelle mostruosità che civiltà o ideologie, indifferenti al dono della vita, hanno realizzato e tuttora realizzano.
PS: Fulvia su Facebook scrive provocatoriamente che la notizia della diminuzione degli aborti in Italia (-4,1% rispetto all'anno scorso) dovrebbe fare arrabbiare gli "pseudo-papaboys" e gli oppositori della 194. Non è così, io sono felicissimo. Un cristiano non può essere contento che muoiano dei bambini per dimostrare di aver ragione. Tutti diranno che il merito è di una buona legge, però, in tutta onestà, questo successo non sarebbe giusto condividerlo anche con l'opera di educazione alla vita realizzata dalla Chiesa e dagli antiabortisti, in particolare quei pazzi della lista del buonumore?
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