sabato, giugno 24, 2006

Mi è piaciuto e l'ho letto così

Ho visto ieri sera, in una rassegna estiva, il film d'esordio di Kim Rossi Stuart. L'ho trovato molto interessante per questi motivi: 1) la madre è una figura negativa e anche quando tenta di giustificarsi mostra una debolezza che non l'assolve. Ma mi sono parsi un po' inquietanti anche gli altri personaggi femminili: la sorella superficiale e in preda a tempeste ormonali, la maestra freak, l'amica gallerista e mezzana,... In un'epoca come la nostra, mi sembra già un tentativo coraggioso. 2) di contro la figura paterna è eroica: senza aiuti, Renato era riuscito ad equilibrare una situazione difficile, a mantenere ed educare 2 figli, a fare debiti per tentare una carriera indipendente. L'estrema, forse eccessiva, irritabilità, rende il personaggio più umano e forse più credibile. 3) il rapporto padre-figlio più che con le parole si concretizza nei gesti. Il figlio osa sfidare l'autorità paterna, fino ad allora sacra, solo nel momento in cui si rende conto che il padre riverserebbe sui suoi successi in piscina, tutta l'ansia derivante dalla depressione procurata dall'ennesimo abbandono. Il padre, dopo una istintiva delusione, capisce di aver abusato del proprio ruolo, e cerca immediatamente una soluzione di compromesso, informandosi sulla scuola di calcio. 4) il regalo finale della madre sottolinea quanto sia innaturale una famiglia divisa e smembrata dall'egoismo.
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giovedì, giugno 22, 2006

Dio benedica la Germania!

Come si muove chi affronta il problema
Crisi delle nascite La Germania fa sul serio
Da noi invece ci si continua a baloccare con il «vorrei ma non posso»
Gianfranco Marcelli
Pressappoco nelle stesse ore in cui l’Istat certificava, per l’ennesima volta, il desiderio degli italiani di avere più figli di quanti effettivamente riescono a farne (ne vorrebbero circa due terzi in più), dalla Germania sono giunte nuove sorprendenti conferme alla linea decisamente "natalista" del governo di Berlino. È passata appena una settimana dal varo dell’"Elterngeld", il provvedimento con il quale l’esecutivo di Angela Merkel introdurrà, dal 1° gennaio prossimo, un sostanzioso "bonus bebè" per i neo-genitori, papà compresi, che decidono di restare un anno a casa per accudire i figli (fino a 1.800 euro al mese). E già tra i partiti e sui giornali si discute una nuova rivoluzionaria ipotesi di tassazione delle famiglie: estendere il metodo dello "splitting" ai figli, ripartendo il reddito anche tra loro. Spiegazione essenziale: lo "splitting" è il metodo in base al quale in una famiglia monoreddito, dove cioè lavora un solo coniuge, le entrate si dividono ugualmente a metà tra marito e moglie. Con la conseguenza che l’aliquota dell’imposta scende e il nucleo finisce per pagare meno di un "single" che incassa la stessa cifra. Al fisco tedesco questo sistema costa circa 20 miliardi di euro l’anno, che restano quindi nella disponibilità dei contribuenti. È lampante che, suddividendo ancora di più la quota tassabile con l’entrata in scena dei figli, le soglie di imposizione scenderebbero ulteriormente e le coppie avrebbero un incentivo in più ad accogliere nuove nascite.Il dibattito in corso in Germania, pur distratta dall’evento planetario dei mondiali di calcio, è già piuttosto avanzato, perché la Cdu, il partito del Cancelliere, ha inserito il progetto nell’agenda della commissione che deve elaborare il programma per le elezioni del 2009. Sono intervenuti gli esperti giuridici, che hanno escluso ostacoli costituzionali all’operazione. I partiti hanno cominciato a pronunciarsi, facendo registrare per ora i no di socialdemocratici e liberali e le forti perplessità dei bavaresi della Csu. Tanto che si profila un possibile scontro "domestico" tra la Merkel ed Edmund Stoiber, il leader cristiano-sociale. Insomma, se ne parla sul serio. E quel che più conta, si va al nocciolo delle questioni, senza ideologismi da quattro soldi né divagazioni pseudoculturali. Per esempio, la corrente favorevole avanza una considerazione molto concreta e "laica": è giusto o no che i costi sociali per far crescere figli, destinati in futuro a pagare le pensioni di quelli che non ne vogliono avere, siano sostenuti in parte anche da questi ultimi? Discussione davvero istruttiva se vista dalla Penisola. Specialmente con gli occhi di quei milioni di madri e di padri che, con i loro redditi apparentemente "medi" o magari "medio-alti", subiscono accurate tosature fiscali. E così contribuiscono, certo senza saperlo, a finanziare corposi sconti ai veri "ricchi" che acquistano polizze pensionistiche detraibili. O a versare contributi a partiti e sodalizi vari, che consentono di abbattere l’imponibile anche a chi guadagna euro a milioni. Intendiamoci, niente di male a incentivare il risparmio previdenziale o a supportare l’attività di soggetti essenziali al confronto democratico e, ancor più, di realtà che animano il protagonismo sociale. Ma bisognerà pur ricominciare a stilare un criterio ragionevole di priorità. Perché anche in Germania hanno un problema di finanze pubbliche, di una torta tutt’altro che dilatabile all’infinito. E la stessa Cancelleria non ha esitato qualche giorno fa a stangare i consumi aumentando l’Iva dal 16 al 19 per cento. Ma lì ci si è resi conto che, a lungo andare, senza nuove nascite la torta sarà via via più striminzita. E dunque si provvede.Da noi invece ci si continua a baloccare, nel migliore dei casi, all’insegna del "vorrei ma non posso". E così potremo sempre di meno.
Pubblicato oggi su Avvenire

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mercoledì, giugno 21, 2006

La vita è meravigliosa!

Intanto, bisogna leggere, con sorpresa, come ho fatto io oggi, il nuovo articolo di Socci: "Ci vogliono come una plebe tutta paura e istinti, ma c'è una speranza...". Poi, bisogna sottolineare il fatto che, tra i libri citati per smascherare l'infame e colpevolmente omicida sistema che paralizza l'Occidente, ce n'è uno, scritto da Paul Driessen, Eco-imperialismo. Potere verde, morte nera., 2004 Liberilibri, brillantemente curato e tradotto dall'amico Guglielmo Piombini. Visto che non credo un granché alle coincidenze, non sono stupito che questo libro mi sia stato proposto proprio ieri. Quindi, stabilito che la nostra società è strutturata per tenerci in ansia, tanto da creare artificialmente un sistema per mantenere costante il nostro livello di paura e d'insicurezza, non resta che attrezzarsi per fare resistenza. Innanzi tutto, è necessario riconoscere, insieme con Socci, ma insieme anche con un mondo laico che sopporta sempre più a fatica la miopia del politicamente corretto, che la Chiesa Cattolica è rimasta l'unico autorevole baluardo frapponibile alla dittatura ansiogena che regna nel nostro mondo. Quindi, si devono escogitare, nel nostro quotidiano, sistemi efficaci di autodifesa. Ed è per questo che, quando sono venuto a sapere che esiste un genere di film detto "film blanc", che si contrappone all'imperante genere del "film noir", mi sono convinto definitivamente che le coincidenze non esistono. Cito direttamente dalla rubrica di Claudio Masenza, sul n. 6 di Ciak, attualmente in edicola, pag. 50:
"(...) Glenn Erickson (...) sui "Film Blanc" ha scritto un interessante piccolo saggio anni fa. Erickson pensa che il termine, ormai in disuso (peccato, nota mia...), sia nato negli anni Settanta per definire quei film che esaltano la speranza di una vita dopo la morte e la presenza di esseri sovrannaturali e benigni, come angeli, in diretto contrasto con la visione pessimistica dell'esistenza umana che è alla base dei Film Noir. Illustri esempi di "Film Blanc" sono Il cielo può attendere di Ernst Lubitsch, La vita è meravigliosa di Frank Capra, Scala al Paradiso di Powell e Pressburger, L'inafferrabile signor Jordan di Alexander Hall e il suo remake Il paradiso può attendere di Warren Beatty e Buck Henry e ancora tantissimi dove spesso il set principale è una sorta di sala d'attesa fra vita e morte, salvezza e dannazione eterne. In genere queste storie, invece di auspicare una società migliore, garantiscono un regno dei cieli capace di rimettere ordine nel nostro mondo. Mondo già comunque funzionante, a dispetto della nostra cieca incapacità di accontentarci e di apprezzare. Lo splendido film di Ramis (Ricomincio da capo, 1992, che è anche uno dei miei film preferiti, nota mia) propone una variante più terrena ma non meno mistica, quasi una metafora della ruota delle reincarnazioni (ma perché?, nota mia): costretto a rivivere all'infinito un giorno della propria vita, il protagonista, interpretato da un magnifico Bill Murray, impara a migliorarsi sino ad arrivare molto vicino alla felicità."

E così alla facciaccia del Codice da Vinci, mi sono comprato il cofanetto con i Capolavori di Frank Capra in DVD (Lady for a day, Arriva John Doe e, naturalmente La vita è meravigliosa) e non vedo l'ora di farmi una scorpacciata di sani film bianchi.

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domenica, giugno 18, 2006

Chissà chi lo sa?

Innanzi tutto, le dovute citazioni e i ringraziamenti: io l'ho letto su Robinik, che, a sua volta citava Astrolabio. Poi passiamo al quiz.
Chi ha detto:


"Il Vaticano predica la bontà…ma sotto questo slogan ha bruciato milioni di persone ... Con la nascita del Cristianesimo la ricerca scientifica ha subito un arresto."



(...)

Avete pensato a Capezzone, Pannella, Flores d'Arcais, Augias, Curzio Maltese? No, è stato LUI.

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