mercoledì, aprile 04, 2007

I premi nobel

Lo so che è come scoprire l'acqua calda... però è stato così divertente leggere su Wikipedia le note biografiche di 6 degli ultimi 10 nobel per la letteratura, che mi sembrava giusto condividere questa simpatica esperienza...
1. John Maxwell Coetzee (Città del Capo, 9 febbraio 1940) è uno scrittore anglofono sudafricano, Premio Nobel per la letteratura nel 2003. Inizia la carriera accademica durante la quale Coetzee non fa certo mistero della profonda contrarietá riguardo l'intervento militare americano in Vietnam, motivo per il quale gli viene negata piú volte la cittadinanza americana nonostante le numerose richieste.
Editori italiani: Einaudi, Donzelli, Adelphi.
2. Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926) è uno scrittore, scenografo, drammaturgo, pittore, attore e regista italiano. Nel 1997 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura. La Motivazione dell'Accademia di Svezia fu:«Il Premio Nobel per la Letteratura viene assegnato quest'anno allo scrittore italiano Dario Fo, perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.» (Accademia Svedese) Il 29 gennaio 2006 è stato candidato alle elezioni primarie dell'Unione per designare il candidato a sindaco di Milano ottenendo il 23,1% dei voti, secondo piazzato dopo il vincitore Bruno Ferrante.
Principali editori italiani: Feltrinelli, Einaudi, Panini, Nuovi Mondi Edizioni, Fatatrac
3. Günter Grass, (nato a Danzica, Libera Città di Danzica (oggi Polonia) il 16 ottobre 1927) è uno scrittore casciubo-tedesco. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nell'anno 1999. A 15 anni cercò di arruolarsi nella marina del Terzo Reich. Solo dopo aver ricevuto la lettera di coscrizione si rese conto che avrebbe invece indossato l'uniforme delle SS. Prese un ruolo attivo nel partito socialdemocratico tedesco (SPD) e appoggiò Willy Brandt. Fu molto attivo nel movimento pacifista e visitò Calcutta per sei mesi. In occasione della caduta del muro di Berlino, Grass dichiarò che era meglio tenere separate le due Germanie, perché una nazione unita avrebbe ripreso inevitabilmente il suo ruolo belligerante. Abbandonò quindi la sua missione politica di riforme socialiste graduali e adottò una filosofia dell'azione diretta, ispirata ai movimenti studenteschi del 1968.
Principali editori italiani: Einaudi, Feltrinelli
4. Elfriede Jelinek (Mürzzuschlag, Stiria, Austria 20 ottobre 1946) è una scrittrice austriaca. Nell'anno 2004 le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura. Dopo la morte del padre iniziò lentamente a riprendersi entrò nei movimenti studenteschi e si trasferì per alcuni mesi in una comune di sinistra. Nel 1974 entra nel partito comunista austriaco (KPÖ), nello stesso anno sposa Gottfried Hüngsberg, autore di colonne sonore per Rainer Werner Fassbinder.
Editori italiani: Einaudi, Frassinelli, ES, SE, Castelvecchi, Ubulibri
5. Harold Pinter (Londra, 10 ottobre 1930) è un drammaturgo, regista e attore teatrale britannico, premio Nobel per la letteratura nel 2005. Pinter si oppose sia all'invasione dell'Afghanistan che all'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti. Nel 2005 annunciò di smettere di scrivere commedie per dedicarsi alla politica. Pinter è dichiaratamente critico sulla guerra in Iraq e ha definito il presidente degli Stati Uniti Bush un assassino di massa e Blair un idiota.
Principale editore italiano: Einaudi
6. José Saramago (Azinhaga, Portogallo, 16 novembre 1922), scrittore, commediografo e giornalista. Nel 1998 Saramago ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. Al momento attuale vive a Lanzarote, nelle Isole Canarie. Saramago è stato membro del Partito Comunista portoghese dal 1969 e le sue posizioni sulla religione hanno suscitato notevoli controversie in Portogallo, specialmente dopo la pubblicazione de "Il Vangelo secondo Gesù Cristo". Eletto nel 2002 presidente onorario dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Nel commentare il conflitto israelo-palestinese, Saramago ha recentemente affermato che gli ebrei non si meriterebbero più "comprensione per le sofferenze patite durante l' olocausto. Vivere nell' ombra dell'olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni." La Lega per l' Anti-Diffamazione (ADL), potente associazione lobbistica ebraica per i diritti civili, ha definito queste affermazioni 'anti-semite'. Abraham Foxman, il presidente dell' ADL ha dichiarato: "I commenti di José Saramago sono sovversivi e profondamente offensivi, oltre a dimostrare l'ignoranza relativa agli argomenti che porta a sostegno dei suoi pregiudizi nei confronti degli ebrei" Saramago ha, per contro, dichiarato che i suoi commenti erano diretti alla politica dello Stato di Israele nei confronti dei palestinesi. Ha dichiarato che Israele non può affermare di rappresentare legittimamente il giudaismo a livello mondiale e che sta usando le accuse di anti-semitismo per sminuire qualsiasi critica riguardante azioni ingiustificabili e che sarebbero considerate inaccettabili se perpetrate da qualsiasi altro stato medio-orientale.
Principali editori italiani: Einaudi, Feltrinelli, Mondadori

E per finire una chicca, citata più volte in Wikipedia:

Una lettera sul conflitto Israele- Palestina di John Berger, Noam Chomsky, Harold Pinter, José Saramago, Gore Vidal:
Il capitolo più recente del conflitto tra Israele e Palestina è iniziato quando effettivi israeliani hanno prelevato con la forza da Gaza due civili, un medico e suo fratello. Di questo incidente non si è parlato da nessuna parte, eccetto sulla stampa turca. Il giorno dopo i palestinesi hanno catturato un soldato israeliano proponendo uno scambio con i prigionieri in mano agli israeliani: ce ne sono circa 10 mila nelle carceri di Israele. Che questo "rapimento" sia ritenuto un’atrocità, mentre si considera un fatto deplorevole ma che fa parte della vita che le Forze di Difesa (!) Israeliane esercitino l’illegale occupazione militare della Cisgordania e l’appropriazione sistematica delle sue risorse naturali, in particolare dell’acqua, è tipica della doppia morale usata con ricorrenza dall’Occidente di fronte a quanto sopravvenuto ai palestinesi, negli ultimi 70 anni, nella terra che assegnata loro dai trattati internazionali.Oggi, all’atrocità segue un’altra atrocità: i razzi artigianali si incrociano con i sofisticati missili. Questi ultimi hanno il loro bersaglio dove vivono i poveri ed i diseredati che aspettano l’arrivo di quello che qualche volta si è chiamata giustizia. Entrambe le categorie di proiettili lacerano i corpi in maniera orribile; chi, salvo i comandanti in campo, può dimenticare questo per un momento? Ogni provocazione ed il suo contraccolpo vengono impugnati e sono motivo di sermoni. Ma gli argomenti che seguono, accuse e solenni promesse, servono solo da distrazione per evitare che il mondo presti attenzione ad uno stratagemma militare, economico e geografico di lungo termine il cui obiettivo politico non è niente di meno che la liquidazione della nazione palestinese.Questo bisogna dirlo forte e chiaro perché lo stratagemma, solo per metà manifesto, ed a volte occulto, avanza molto rapidamente nei giorni che passano e, secondo la nostra opinione, dobbiamo riconoscerlo quale è, incessantemente ed eternamente, ed opporci ad esso.

Mieussy, Francia 23 luglio 2006

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lunedì, aprile 02, 2007

Antonio Socci spiega l'essenza cristiana della bandiera dell'UE

SE I CRISTIANI CAPISSERO QUAL E’ LA LORO FORZA… 31.03.2007

Nei giorni scorsi Benedetto XVI è tornato ad auspicare il riconoscimento delle “radici cristiane” da parte di questa Europa laicista e ostile. Romano Prodi si è affrettato a dire che lui – da presidente della Commissione europea – fece di tutto per includere questa menzione nel testo della Costituzione. Naturalmente è vero l’esatto contrario. Non fece nulla, come ha dimostrato l’on. Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento europeo. Anche allora a Prodi interessava solo mantenere la poltrona. Tutto passava in subordine. Sebbene le radici cristiane d’Europa fossero tutt’altro che una cosa confessionale: “è semplice osservanza della verità” come scrisse il laico Benedetto Croce nel famoso saggio “Perché non possiano non dirci cristiani”.

Tuttavia va detto che in queste “battaglie” anche noi cristiani rischiamo di dimenticare l’essenziale. E cioè che il mistero cristiano non è affidato alle nostre deboli forze. Ma alla Grazia e alla potenza di Cristo, Signore della storia, che specialmente attraverso l’amore di Sua Madre, guida anche il nostro tempo e la nostra generazione a Sé. Perfino una piccola vicenda “europea” come la genesi della bandiera mostra come e quanto sia grande questa Signoria di Cristo sulla storia. Sebbene i potenti di questo mondo credano di essere più forti e di poter cancellare la presenza cristiana nel mondo.

I RETROSCENA “CELESTI” DI QUELLA BANDIERA

di Antonio Socci

“Una mistificazione orchestrata all’interno delle istituzioni comunitarie”. Ci va giù duro l’on. Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento europeo (che ha appena sbugiardato Prodi sulla storia delle “radici cristiane”). Cosa è successo? Nel sito ufficiale della Ue c’è una pagina dedicata alla bandiera dell’Unione: il vessillo blu, con dodici stelle dorate in cerchio, che sventola su tutti gli edifici pubblici d’Europa: “Essa rappresenta il simbolo dell'unità e dell'identità dell'Europa”. Ma il suo significato nel sito viene spiegato con un brodino sciocco di “politically correct” e buoni sentimenti: “La corona di stelle dorate rappresenta la solidarietà e l'armonia tra i popoli d'Europa. Il numero delle stelle non dipende dal numero degli Stati membri. Le stelle sono dodici in quanto il numero dodici è tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità”. E poco sotto si torna sul significato di quel dodici: “In varie tradizioni, il dodici è un numero simbolico che rappresentata la completezza. Si tratta inoltre ovviamente del numero dei mesi dell'anno e delle ore indicate sul quadrante dell'orologio. Il cerchio è tra l'altro un simbolo di unità”.

Sennonché la genesi di quel simbolo dice un’altra cosa. Fu scelto fra più di cento proposte in concorso dal Consiglio d’Europa nel 1955. Mauro – riprendendo un articolo di Vittorio Messori – ricorda che a disegnarlo fu il pittore Arsène Heitz che si ispirò - da cattolico – al cerchio di dodici stelle che incoronano l’immagine della Madonna nella famosa “Medaglia miracolosa” che egli portava al collo.

Secondo questa versione Heitz rivelò solo in seguito il significato di quel simbolo. Tuttavia ormai la sua genesi iconografica è acquisita e – secondo Mauro – nasconderla oggi rientra in quella ideologica ostilità alla storia cristiana che pervade la tecnocrazia europea, quella stessa che – grazie al fanatico anticlericalismo di Chirac - ha accanitamente rifiutato la menzione delle “radici cristiane” nella Costituzione europea.

Tuttavia siamo proprio sicuri che coloro che scelsero quel simbolo non avessero in mente – come il pittore Heitz – proprio la corona della Vergine? Carlos Eduardo Cossermelli ha pubblicato uno studio, “La bandiera europea”, dove rivela come andarono le cose. La diatriba iniziale sul numero delle stelle fu risolta dal Segretario Generale Léon Marchal che suggerì il 12 pensando esattamente alla figura di Maria nel dodicesimo capitolo dell’Apocalisse (quello che si legge per la festa dell’Assunta).

Il belga Paul Lévy, presidente della commisione giudicatrice (che era ebreo, che era assai sensibile al simbolismo biblico del numero 12 e che ebbe un ruolo decisivo nella scelta) racconta cosa accadde subito dopo l’approvazione: “In quel momento, Léon Marchal, il Segretario Generale che lasciò la sala, passando la soglia mi ha detto piano: ‘Abbiamo ritrovata la questua della messa dell’Assunzione!’. Era vero e non ci avevo pensato. Fu più tardi che il figlio di Léon Marchal scrisse su ‘Le Monde’ che era a questo che il suo defunto padre aveva pensato, poiché il XII capitolo dell’Apocalisse comincia così: ‘Un gran segno apparve nel cielo, una donna con il sole per manto, la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di dodici stelle’ ”.

Ecco svelato quel simbolo. E’ la storia della salvezza dall’Antico al Nuovo Testamento di cui Maria, “figlia di Sion” e “Regina del cielo e della terra”, rappresenta il punto d’incontro: le dodici tribù di Israele e poi i dodici apostoli, infine le dodici porte della Gerusalemme celeste.

Ma chi era Paul Michel Gabriel Lévy, l’uomo decisivo nella scelta? Sarà un altro “caso”, ma nacque un 27 novembre, giorno della festa di Nostra Signora della Medaglia miracolosa. Grande intellettuale ebreo, chiuso dai nazisti nel lager di Braendonk, fuggì, nel 1942 divenne cattolico, arrivò in Inghilterra ed ebbe un ruolo fondamentale per liberare i prigionieri dai campi di sterminio (fu lui che portò gli americani a Dachau). Lévy - secondo padre Caillon – pare aver presieduto anche la commissione per la “vetrata dell’Europa, nel fondo della cattedrale di Strasburgo. Questa vetrata rappresenta la Vergine che allontana le mani per separare i popoli che si sono sempre battuti sul Reno. Nella parte superiore della vetrata vedrete ancora le dodici stelle della medaglia miracolosa e dell’Apocalisse”. Che la bandiera dell’Europa si scopra essere il simbolo regale della Regina della Pace è significativo: in effetti doveva rappresentare l’unione (finalmente) di quell’Europa che aveva scatenato in pochi anni due devastanti guerre mondiali. In quegli anni Cinquanta la classe dirigente europea, quella che ha dato origine all’unione, era perlopiù cattolica e sapeva bene che solo ritrovando le antiche radici cristiane l’Europa poteva costruire un futuro di pace. E non aveva affatto paura di menzionare la parola “Dio”.

Nella cerimonia di inaugurazione del vessillo, il 13 dicembre 1955, il ministro irlandese che presiedeva il Consiglio d’Europa disse solennemente: “signori, ho l’onore di presentarvi questa bandiera… che sventoli a lungo, liberamente e in pace con la benedizione di Dio”. Per una di quelle “strane” coincidenze che abbondano in questa storia, l’approvazione della bandiera avvenne “casualmente” l’8 dicembre 1955. Ma l’8 dicembre per la Chiesa cattolica è la festa dell’Immacolata Concezione, coincidenza che ci riporta di nuovo alle apparizioni della Medaglia miracolosa (Parigi 1830). Infatti a Caterina Labouré la Vergine apparve con un Serpente sotto ai piedi. La Madre di Cristo incaricò Caterina di coniare e diffondere la Medaglia dove fossero rappresentate le dodici stelle dell’Apocalisse e la scritta: “Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te”. Per la Chiesa l’Immacolata che schiaccia il Serpente rappresenta anche la missione attuale di Maria che libera l’umanità delle ideologie sataniche della modernità.

E’ una lotta iniziata con la Rivoluzione francese quando la Cattedrale di Notre Dame, nel cuore di Parigi e dell’Europa fu profanata e trasformata in tempio della Dea Ragione. L’Europa anticristiana e pagana che nacque da lì è quella che finì in macerie nel 1945. Col dopoguerra nel segno di Maria rinacque invece l’Europa pacifica dei popoli cristiani.

Sarà un’altra coincidenza, ma i Trattati di Roma che si sono appena celebrati e che segnarono l’atto di nascita dell’Europa unita furono firmati il 25 marzo 1957, festa dell’Annunciazione a Maria e dell’Incarnazione del Verbo divino.

Negli ultimi anni si è accentuata la deriva laicista dell’Europa. Chirac sbeffeggiò il premier italiano Berlusconi quando – a nome di otto paesi europei – chiese la menzione delle radici ebraico-cristiane nella Costituzione. La menzione non ci fu, ma la Costituzione è naufragata proprio in Francia. Forse per ritrovarne lo spirito bisogna far caso al giorno in cui è stata approvata solennemente la Carta. Lo notò padre Livio Fanzaga di Radio Maria: “alle ore 22, fra il 18 giugno 2004, festa del Sacro Cuore di Gesù, e il 19 giugno festa del Cuore Immacolato di Maria. L’Europa nasce stretta fra questi due cuori”.

In effetti è qui, sul continente che ha evangelizzato il mondo, che oggi si gioca la battaglia decisiva del cristianesimo. Infatti il pontificato di Benedetto XVI punta tutto sull’Europa, indicando l’Italia come l’esempio da seguire. Nelle letture della liturgia di quel 18 giugno si leggeva: “Ecco io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura”. Chi vincerà? Stalin chiedeva: quante divisioni ha il papa? Non sapeva che la Chiesa dispone davvero di forze invisibili. E poi c’è la profezia fatta dalla Madonna a Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. E non parlava solo del suo trionfo sul comunismo.


Da “Libero”, 30 marzo 2007

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