sabato, dicembre 10, 2005

Ancora sulle "Invasioni barbariche" (che oltretutto era anche un film pro eutanasia, il che la dice lunga...)

Dopo aver fatto sbollire la rabbia, ho avuto modo di riflettere su alcuni temi nascosti in quella ignobile cagnara cui ho assistito ieri sera.
Il più banale: è una pia illusione che un cattolico possa confrontarsi con un militante laicista sul tema della sessualità.
Partendo, infatti, da concetti di rispetto del corpo e della vita propria e altrui, che dovrebbero naturalmente essere condivisi da tutti, chi crede punta in alto, proponendosi di evitare tutto ciò che tale rispetto possa mettere a repentaglio, fino ad esaltare, come santo traguardo, la virtù della purezza. Ora, chi non crede pensa che tale atteggiamento sia contro natura, che chi pratica l'astinenza sia o un ipocrita o un malato afflitto da chissà quali problemi psicologici.
Come è dunque possibile un confronto tra posizioni così inconciliabili?
In più, su questo tema è sempre in agguato il "predichi bene ma razzoli male". Con morbosa curiosità, la Bignardi ha chiesto ad Amicone se avesse avuto rapporti prematrimoniali. Quando l'inquisito, ignaro di essere sotto processo, ha risposto "sono cose da dire solo al confessore", la conduttrice ha sorriso maliziosamente, come di fronte ad un ammissione di colpa.
E' certo: la regola è la debolezza. Cadere in peccato, non essere virtuosi, questa è la condizione naturale dell'uomo, perché opporsi? Anzi, quando c'è un esempio di spirito di abnegazione, di capacità di vincere il proprio istinto bestiale, di amare di amore puro il proprio compagno o la propria compagna, all'interno del matrimonio, allora i Capezzone si inalberano e pongono immediati argini alla deriva virtuosa.
"Mi complimento con voi" dice, più o meno, il radicale ai due sposi, chiamati a testimoniare la loro sofferta scelta di non avere rapporti prima del matrimonio, "ma, sono fatti vostri. Non potete essere presi ad esempio, ognuno deve poter scegliere la strada che preferisce!".
E qui parte la mia seconda e ultima considerazione. Mi chiedo, infatti, perché questi "alfieri della libertà" abbiano così paura degli esempi, o meglio dei buoni esempi? Perché siano terrorizzati dall'educazione, o meglio dalla buona educazione? Perché, inneggiando fraudolentemente alla libertà di scelta, scherniscano i modelli altrui, per fornire un unico inviolabile modello: quello del demente che, privo di qualsiasi punto di riferimento, è in balia unicamente del proprio desiderio fuori controllo? Forse perché, alla fine, è più facile dominare questo ebete, finalmente libero di sputare su tutto ciò che Dio e la Natura gli donano, che tenere a freno chi rispetta veramente se stesso e gli altri.

P.S.: A sostegno di ciò che ho scritto, mi permetto di citare una frase detta ieri dal Santo Padre e ripresa dall'ottimo blog di Paolo Luigi Rodari PALAZZO APOSTOLICO:

«Non commettere peccati ... non è noioso» - ha detto il Papa - ed è anzi il modo per trovare «la vera libertà». «L’uomo che si volge verso Dio - ha detto Ratzinger - non diventa più piccolo, ma più grande, perché grazie a Dio e insieme con Lui diventa grande, diventa divino, diventa veramente se stesso».

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2 Commenti:

Blogger kyra l'elfo ha detto...

Ti trovo sempre un po' troppo duro, ma concordo con la tua analisi e aggiungo alle parole del papa quello che mi dicevano all'Opus Dei: la fede non e' fatta di negazioni: non fare questo, non fare quello, ma di affermazioni: sii puro, sii felice, fai il bene

12/12/05 10:02  
Blogger Piergiobbe ha detto...

Grazie, Claude
Nepo

12/12/05 13:24  

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