Censura?
E' molto divertente scrivere blog. I blog sono "antidemocratici" (qualcuno sorriderà). Ognuno in "casa sua" fa ciò che vuole: scrive, cancella, riscrive, postdata, predata, cita, sproloquia, sta zitto, accetta le critiche, le elimina... Insomma, se ci si mantiene entro i limiti della legge e del decoro, è una vera pacchia...
Grazie ad un commento ad un post su Hoka Hey scopro che un blog è stato censurato da un aggregatore.
E' roba di agosto per cui è "storia vecchia", però non riesco a trattenermi: devo parlarne...
Poi capisco che parlare di blog sui blog è l'inizio della fine: non c'è niente di più noioso.
Allora parlo di librerie...
In Italia ci sono librerie "generaliste" e librerie "specializzate" (tra le quali vengono fatte rientrare le librerie cattoliche).
Nelle specializzate, ognuno sa che troverà solo alcuni tipi di libri: tecnici, per bambini, di viaggio, religiosi, ecc. ecc. Nessuno, se non per scherzo, si sognerà mai di chiedere il "Kamasutra" alle Paoline, per intenderci.
Le librerie generaliste, invece, sembrano strutturate per permettere al cliente di trovare tutto ciò che è lecito pubblicare.
E' chiaro che il libraio debba fare delle scelte, ma non dovrebbero essere dettate da ciò che è scritto nel libro, perché altrimenti si ingannerebbe l'acquirente, fiducioso di navigare in una pluralità di idee nel luogo in cui sceglie le sue letture.
Purtroppo non è così.
Il criterio di scelta, infatti, non è quello della commerciabilità. Infatti uno dei libri più venduti di questi ultimi anni Pregate pregate pregate dell'editrice Shalom è introvabile in qualsiasi libreria generalista. E neppure si tratta di spazio, visto che in alcune librerie generaliste capita di trovare un ampio settore "Ebraismo", un settore "Islam" e un settore "religioni" dove insieme ai libri cristiani vengono mischiati i libri di new-age, quelli sul buddhismo, il tantrismo, l'induismo, e via discorrendo.
Mi è difficile capire perché capitino queste "sviste". Tuttavia sono molto comuni soprattutto in chi si dichiara pluralista e tollerante. Come mai costoro hanno sempre l'ansia di dare spazio a tutti, almeno nelle intenzioni, e poi non riescono ad accogliere tutti i libri sugli scaffali.
Azzardo: è forse la paura di essere intolleranti più paralizzante del dichiararlo onestamente e liberamente? E' questa la grande confusione in cui galleggiano gli integralisti della tolleranza: essere intolleranti e non poterlo dichiarare?
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