La legge non libera, vincola
Tanti anni fa, 30 suppergiù, passai intere serate con quest'amico qui, a discutere del referendum sull'aborto. Noi non avremmo votato, perché troppo piccoli, ma ovunque non si parlava d'altro e le nostre opposte posizioni (come si dice oggi, lui prolife e io decisamente prochoice) si scontravano a suon d'esempi strappalacrime. C'era un argomento però che, quando lo tiravo fuori, mi permetteva di zittirlo almeno per qualche istante, gli dicevo: "se non volete farlo non fatelo, ma lasciate agli altri la libertà di scelta...". Sono passati trent'anni e io ho cambiato idea (anche il mio amico un po', ma non sull'aborto), oggi sono contento di non aver avuto l'età per votare quel referendum. Ciò che ho visto in questi anni non è stata la vittoria della libertà di scelta, ma il trionfo dell'egoismo e dei principi eugenetici. Chi ha gravidanze dopo i 30 anni si sente spesso proporre da parte dei ginecologi, il tri-test o peggio ancora l'amniocentesi, esame invasivo usato solo per eliminare figli malati. Ti dicono di farlo, senza nemmeno chiederti se sei pro o contro l'aborto... se un figlio malato te lo terresti... è come l'esame delle urine... La battaglia elettorale condotta da Ferrara si scagliava con forza contro questa cultura di morte. Pagine e pagine di strazianti esperienze di aborto sono state pubblicate, ma non è servito e ci si è limitati a sbeffeggiare il personaggio senza approfondire l'iniziativa.
Non parliamo poi del divorzio, considerato una delle più moderne conquiste della nostra civiltà. Ultimamente è uscito un libro interessante su questo tema, La fabbrica dei divorzi, l'ha scritto un avvocato di Bologna, Massimiliano Fiorin, ed il quadro che ne esce fa rabbrividire, ma non se ne sente nemmeno parlare. Basterebbe guardare un video come questo, per porsi qualche dubbio sulla reale efficacia di queste "conquiste":
Oggi tocca a Eluana, che presto sarà eliminata. Il suo caso avrebbe dovuto chiudersi pietosamente fra le mura di una casa o di un ospedale, senza clamore. Invece, ci hanno costretto a prendere una posizione e chi la voleva viva è stato come al solito etichettato come un bacchettone, papalino, integralista e senza cervello, mentre dall'altra stava il fascino del nuovo possibile diritto da acquisire. Un nuovo diritto che permetterà finalmente di uccidere i propri figli legalmente anche fuori dell'utero materno.
Io faccio fatica a non sentirmi frustrato da un mondo così. Faccio ancora più fatica a spiegarlo agli altri, perché ricordo come sia stato difficile sganciarmi dalla logica perversa dell'autodeterminazione. Un mito falso che sta stritolando la nostra umanità.
Questo post nasce da questa riflessione di Fulvia Leopardi e dalla risposta che ho dato ai commenti di Susanna leggibile sul suo blog. Grazie ad entrambe anche se non sono d'accordo con me.
PS: trascrivo dal Foglio di domenica questa lettera e la risposta di Ferrara. Lucetta Scaraffia sull'Osservatore Romano ha posto un quesito lecito sulla capacità dei cattolici di convincere chi cattolico non è, sulla bontà dei nostri principi. E' una domanda che mi pongo anch'io, ma non sono certo che sia necessario rispondere, perché non credo che sia compito del cristiano persuadere gli altri, ma semmai favorire il personale cammino verso la verità. Giusta anche la sottolineatura di Ferrara sull'insulsaggine laica che ha fatto dell'eliminazione di Eluana una battaglia contro chissà quali diritti negati. Speriamo di avere la forza di continuare a parlarne, anche se l'intimazione a tacere è un altro dei classici commenti che accompagnano queste discussioni.
Al direttore - Per la penna di Lucetta Scaraffia, dalle colonne dell'Osservatore Romano, si leva una voce cattolica coerente ma anche pensosa e misurata, non sentenziosa e crudele. Una voce che si distingue da quelle gridate che proclamano un'etica eroica... caricata da altri. Una voce decisamente diversa da quella di tanti politici cui preme posizionarsi su un fronte o sull'altro, senza l'eco di una partecipazione al dramma. Una voce che finalmente pone ai cristiani una domanda spigolosa ma giusta: perché la loro opinione, pur così sonora nei media, difetta di capacità persuasiva? Franco Monaco
Gentile Monaco, noi facciamo quel che sappiamo e vogliamo, cioè battaglia di idee e non baccano oltre il perimetro di una storia che ormai è solo privata. Ma scriva una buona volta a Repubblica e all'Unità, e dica loro di smetterla di traformare la morte di quella ragazza, per sentenza, in una festa di liberazione dell'umanità.
Etichette: aborto, divorzio, Eluana Englaro, Giuliano Ferrara, Massimiliano Fiorin
5 Commenti:
Io sono in linea di massima contro l'aborto, ma non vedo perché se qualcuno, per buone ragioni, volesse abortire, non può farlo. La libertà è una delle più grandi conquiste, se poi le leggi vengono aggirate o male interpretate
ps in america gli aborti sono diminuiti durante gli anni di clinton (prochoice) e aumentate con bush (prolife)...
(FulviaLeopardi)
Bellissimo intervento. Concordo in pieno.
Gentile Fulvia,
la libertà di scelta non è di per sé un valore. Non si può scegliere di uccidere o di rubare o di non pagare le tasse senza pensare di poter andare la galera. Una società si struttura proprio su questo, ovvero su quali sono le cose che è possibile e quelle che non è possibile fare. Allargare le maglie su ciò che è possibile fare non è necessariamente garanzia di vita migliore, forse di maggiore libertà, intesa però come maggiore libertà di fare ciò che ci pare. Tuttavia, chi è più libero di una bestia che soggiace solo alle leggi della natura?
E' questo l'obiettivo verso cui tendiamo: essere liberi come delle bestie? Io spero di no.
A Claudio, grazie
Limitatamente al video riportato non riesco a capire cosa c'entrino le difficolta' economiche che seguono un divorzio con la possibilita' o meno di divorziare. Il signore protagonista del servizio avrebbe preferito che la forza pubblica obbligasse la moglie a continuare la convivenza? E' vero che la giurisprudenza per quanto riguarda divorzi ed affidamento dei figli spesso privilegia la donna, ma eliminare il divorzio e' la classica cura peggiore del male.
Caro Claudio,
le difficoltà economiche, così come i suicidi, gli omicidi, tante violenze, le umiliazioni, ecc. ecc. sono a mio avviso il sintomo più evidente che questa legge non abbia portato dei benefici ma tanto dolore e malessere. Se fossimo onesti ne ammetteremmo il fallimento e opteremmo per soluzioni come lo statunitense covenant marriage (il "super matrimonio" indissolubile). Purtroppo viviamo in una società in cui è più importante l'idea di difendere una presunta libertà di scelta piuttosto che proteggere chi soffre. E' una vera porcheria. Ti segnalo un articolo pubblicato su un sito dell'Idv, partito che non mi vede certo tra i suoi sostenitori, ma dove almeno c'è stato il coraggio di sollevare il problema: http://www.firenze.italiadeivalori.it/index.php/tematiche/49-difesa-dei-diritti-delle-minoranze/116-padri-separati-un-caso-di-discriminazione-sessuale
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