Ascoltando Michael O'Brien
Mi sono messo in fila davanti alla Sala Neri mezz'ora prima dell'inizio dell'incontro, ma ce l'ho fatta solo sgomitando. Fuori rimaneva un mare di persone, il doppio di quelle che erano riuscite ad entrare. La folla delusa e accaldata ha cominciato a diradarsi solo quando è stato annunciato che la conferenza sarebbe stata proiettata sul megaschermo di un'altra sala. Mi sono dovuto sedere per terra e finalmente, dopo una bella introduzione di Don Stefano Alberto, Michael O'Brien ha cominciato a parlare: "Sono stupito che siate così tanti. Di solito, negli Stati Uniti, quando faccio queste conferenze non ci sono più di 10-20 persone... e quasi tutti sono miei familiari..." E' il Meeting di Rimini il contesto di questo incontro, nella serata di lunedì scorso, e il protagonista, chiamato a parlare della paternità, è l'autore de "Il Nemico", descrizione inquietante ed attuale del possibile avvento dell'anticristo, e "Il Libraio", prequel del precedente, ambientato a Varsavia durante l'occupazione nazista. O'Brien nasce come pittore religioso ed è un narratore potente, per lui, quindi, parlare di paternità vuole dire fissare sulla tela della nostra memoria i quadri esemplari delle proprie esperienze personali (è padre di 6 figli e nonno di 2 nipoti). E così troviamo la conferma che la famiglia è il luogo dove, più di ogni altro, si può fare esperienza del dono di sé, ma soprattutto il luogo dove si impara ad affidarsi. I figli si affidano ai padri, ma anche i padri si affidano ai figli, possibili tramiti verso il Padre più grande. Ed è straordinario il racconto della preghiera serale, fatta insieme ai sei figlioli, ammassati in una sola stanza, durante i primi faticosi anni della famiglia O'Brien. La bimba più piccola è l'ultima a ricevere la benedizione paterna e, spesso, il genitore è così esausto da addormentarsi con la testa sulla brandina. Così, un giorno, la piccola chiede al padre se non sia il caso di essere lei stessa a dire la preghiera, invece del contrario. Il padre accetta e lei posa le piccole mani sul suo capo, in silenzio. Passano i giorni e la cosa si ripete, il padre è curioso, vorrebbe sapere cosa la figlia chiede a Dio per lui, ma nel contempo non osa violare quell'intimità che la piccola, ogni sera, crea col Signore. Un giorno, finalmente, la bambina chiede al padre se sia necessario che lui sappia cosa sta chiedendo a Dio, il padre la tranquillizza dicendo che l'importante è che Dio l'ascolti, poi aggiunge: "vedrai che esaudisce le tue preghiere anche senza che io sappia cosa chiedi" e la piccola risponde: "lo so, papà, infatti ho già visto grandi miglioramenti...".
Uno schizzo delicato. Un grande esempio di paternità.
Etichette: Meeting, Michael O'Brien, paternità
4 Commenti:
Ciao, Piergiobbe. Volevo sapere se hai letto "Il nemico" e "Il libraio". Mi è stato detto che il primo è molto bello.
Non sono andato da nessuna parte (homo sine pecunia imago mortis), ma ho ugualmente trascorso delle ferie serene. E tu, hai ricaricato a dovere le batterie?
Grazie per le informazioni. E' da un po' che ronzo intorno a Il nemico e mi incuriosisce molto. A Dio piacendo, lo prenderò, insieme all'altro, a Natale.
Hai saputo della promozione della ARES grazie alla segnalazione che ho fatto nel mio blog? Se è così, sono veramente contento. Mi piace l'idea di aiutare a diffondere la cd. buona stampa. Che te ne pare degli altri testi in catalogo?
Ti abbraccio
Ciao complimenti per il tuo blog, mi piace veramente.
Grazie Peppe,
molto simpatico anche il tuo.
un saluto
Andrea
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