Non autorevole!
Non voglio farmi due ghignate su Beppe Grillo, ciccione, natante in uno dei mari più chic d'Italia, mentre sale ansante su di un grosso motoscafo. Vederlo così, però, mi ha fatto riflettere. Soprattutto, dopo aver letto il suo commento al fatto:
«In realtà quella barca, un motoscafo di sei metri e mezzo che non ha un motore da 490 cavalli, non è mia ma di un amico che è anche il mio medico. Io mi trovavo in spiaggia, al Mortorio, e da lì l'ho raggiunto a nuoto per un saluto e due chiacchiere. E poi, scusi, cosa significa "ecofurbetto"? Non sono un'ecologista, non mi occupo di ecologia ma di sistemi e tecnologie. Mi piacciono le barche, e allora? Tra l'altro nemmeno ne posseggo una, l'ultima l'ho venduta qualche anno fa. Inoltre ho fatto ben di peggio che salire sul motoscafo. Per venire qui ho preso un traghetto che inquina tantissimo. E a casa mia c'è pure una piccola caldaia, anche quella inquina. Certo che dopo queste foto, non prenderò più in giro Giuliano Ferrara per le sue ampie rotondità»
Perché, mi sono chiesto, questa gente è così ridicola? E perché ciò che dice, pensa o fa può essere vanificato così in fretta? Io credo che dipenda dall'autorevolezza. Infatti, è l'autorevolezza che permette di giustificare in qualche modo le proprie debolezze (debolezze legittime, proprie della stessa natura umana), continuando a godere di qualche credito presso gli altri. Un tempo l'autorevolezza derivava da Dio, dalla propria cultura, dal proprio valore in battaglia, dal proprio rigore morale. Oggi, una cultura miope ha reso l'autorevolezza un superfluo residuo del passato, senza riuscire a sostituirla con nient'altro. Ha vagheggiato l'utopia meritocratica, senza, tuttavia, essere in grado di misurare il merito. Perché, si sa, non è possibile misurarlo in anticipo (con assurdi quiz e concorsi): il merito si conquista sul campo, con l'esperienza. E l'esperienza è legata all'età, e cosa c'è di peggio dell'età nella nostra era giovanilista? Perciò, se non da Dio, né dalla fama, né dall'integrità morale, né dalla cultura, né dall'esperienza, e nemmeno dal denaro (come ha ben dimostrato Berlusconi), da cosa può nascere l'autorevolezza? Per quale motivo dovrei ascoltare Soloni non autorevoli che criticano leggi create da persone non autorevoli? Oggi è rimasta solo la coerenza (che spesso è sinonimo di stupidità) a garantire un qualche tipo di autorevolezza. Perciò quando il potente di turno dimostra di essere un uomo, di avere delle debolezze, di vivere nel mondo e non in un eremo fra i monti, ecco che improvvisamente la coerenza svanisce. La paura di un inevitabile ridicolo avvinghia le membra e ci si arrabbatta in ancor più ridicole esercitazioni verbali.
E così torniamo alla risposta di Grillo: la risposta non autorevole, di un uomo non autorevole...
Ci sono tutti i sintomi: la giustificazione, la menzogna, la dissimulazione, l'ironia imbarazzata di chi si arrampica sugli specchi.
Non sarebbe stato meglio dire: "Sono un uomo libero. Faccio ciò che credo giusto. Non ho paura di sbagliare, ma non tollero di essere giudicato per le foto pubblicate da un giornaletto!"
Purtroppo solo un uomo autorevole avrebbe saputo (potuto) rispondere così. E forse allora sarei riuscito ad ascoltarlo.
Etichette: autorevolezza, Beppe Grillo
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