Buona festa del papà: buona festa dell'Uomo
Domani sarà il 19 marzo: San Giuseppe, festa del papà. E' l'occasione buona per rifarsi vedere su questo blog che ho disertato per un po' di tempo. Motivi per intervenire ce ne sono stati tanti, non l'ho fatto. Vale forse la pena riassumere alcune considerazioni, magari leggendo prima questa significativa intervista a Claudio Risé, che in parte giustifica il titolo. Innanzi tutto mi sono dapprima spaventato, ma poi subito inorgoglito per la montante cattofobia (chiamiamola così, e non anticlericalismo, che forse un tempo aveva qualche nobiltà...) di cui sembra essersi ammalata la parte più logora e stantia dell'intellighenzia del nostro paese. Ero consapevole che queste minoranze che pretendono diritti e lamentano discriminazioni non fossero poi in grado di usare la stessa tolleranza, che vogliono sancita per legge, nei confronti di coloro che hanno la disgrazia (fortuna?) di non pensarla come loro. Ma mai mi sarei aspettato una levata di scudi di questa portata. Sono stati scomodati tutti: filosofi, vati, scienziati e psichiatri, maestri ed allievi, la letteratura intera, per non parlare dell'intero libro nero dei crimini della Cristianità... Odifreddi si è persino premurato di darci dei cretini... Invano. Anche gli scientifici sondaggi de La Repubblica di oggi svelano una straripante verità: il messaggio cristiano, quello del Cardinal Ruini, quello di Papa Ratzinger, lungi dall'apparire ingerenza, risplende per coerenza e forza e diventa punto di riferimento irrinunciabile per la maggioranza degli italiani. E chi se ne frega se siamo diversi dal resto della decrepita Europa. Ben venga un Italia diversa, capace di entusiarmarsi alle parole di profondo amore di un eccezionale ottantenne. Benedetto XVI dimostra più forza e carattere di qualsiasi politucolo o scrittorucolo di casa nostra. E poi anche questa storia dell'Europa lascia il tempo che trova. Proprio l'altro giorno su Avvenire si poteva leggere che in Francia c'è un pullulare di neo-convertiti tra scrittori e intellettuali. E' la nuova moda d'oltralpe. Quasi quasi mi spaventa di più quest'ondata fideista dei cugini francesi, del tremolante incespicare dei laicisti italiani.
Chiudo su San Giuseppe perché vale la pena ricordarlo prima della sua festa. Personaggio così paradossale e scomodo d'aver suscitato più di un ilare commento da parte degli scettici. Per me è un modello. Capace di interpretare la propria vocazione familiare fino alle conseguenze più spiacevoli e così forte da metterle in secondo piano di fronte al bene della propria moglie e del proprio figlio divino. Preghiamo affinché ci protegga, perché la sua voce, come mi è stato ricordato in questi giorni, è quella che Cristo ascolta più volentieri insieme a quella della Madonna.
Buon San Giuseppe
Etichette: Cattofobia, paternità, San Giuseppe
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