Cattofobia 2 - ovvero se non ho qualcuno da odiare non esisto!
Cari amici che commentate il mio blog, vi ringrazio, senza alcuna ironia, per avermi dedicato parte del vostro tempo e della vostra attenzione: probabilmente non la merito. Soprattutto vi ringrazio per aver esercitato il vostro "diritto di critica" con molta civiltà e competenza senza riempire i commenti di frasi violente, bestemmie e altre porcherie che purtroppo i blog cattolici ricevono continuamente (vi prego, a tal proposito, di fare un salto da Alef dove troverete anche alcuni esaustivi post sul concerto del primo maggio: vi consiglio di leggerli, io li condivido pienamente).
Ritorno invece sull'argomento "cattofobia" (carino anche "cattonausea", Moreno, purtroppo però se io usassi espressioni come "omonausea" o "islamonausea", saresti il primo ad inalberarti e a darmi del razzista, nevvero?...).
A me pare che, in Italia, si abbia l'abitudine di trovare un senso di appartenenza solo attraverso l'odio verso un nemico. Per anni siamo stati antifascisti o anticomunisti, con le tragiche conseguenze che conosciamo. Poi, finite le ideologie ci siamo scagliati contro Berlusconi, il quale, raccogliendo su di sé la rabbia di tanti, ha avuto perlomeno il grande merito di dar vita a soggetti politici nuovi e di sdoganare quelli ingiustamente emarginati. Oggi, però, anche Berlusconi non è più sufficiente, e così l'attenzione di tutti gli "anti" si è concentrata contro la Chiesa. Quando è scattato questo meccanismo? Il 12-13 giugno 2005, quando la "linea Ruini" trionfò nel referendum sulla procreazione assistita. Tutti, forse anche alcuni dei vertici della gerarchia ecclesiastica, rimasero di sasso di fronte a quella schiacciante dimostrazione che la voce delle Chiesa in Italia non solo era influente, ma addirittura si elevava per prestigio e autorevolezza sopra tutti gli altri tremolanti mormorii della politica e della cultura tradizionali. Certo qualche primo gemito cattofobo si era già sentito all'elezione di Papa Ratzinger, ma fu solo dopo il referendum che si scatenò la grande ondata, di cui spesso mi è capitato di dare testimonianza in questo blog. Oggi, dopo che le legioni degli intellettuali laicisti hanno ingaggiato la controffensiva (traendone anche succulenti vantaggi economici, vedi i successi editoriali dei vari Augias e Odifreddi), la contrapposizione ha assunto toni davvero violenti e negarlo non aiuta a rendere l'atmosfera più distesa.
Chiudo, comunque, con una speranza. Io spero in un vero salto di qualità. Spero che potremo riuscire ad emanciparci da queste contrapposizioni create ad arte. Spero che avremo l'umiltà di ascoltare con serietà e che cercheremo di capire le ragioni degli altri senza il bisogno di usare tutti i piloni dei cavalcavia dell'A14 tra Imola e Ravenna per imbrattarli con scritte contro il Vaticano. Spero che sapremo discutere e scegliere per il meglio del nostro Paese senza doverci per forza considerare dei nemici.
Etichette: Cattofobia
3 Commenti:
Grande Piergiobbe!!! Finalmente un commento sereno e rilassante! Stavo per commenteare il post precedente, ma mi pare che questo abbia chiuso il cerchio. Sai che anch'io sono cattolico credente e preticante, ma spesso piu' critico di te verso la gerarchia (no dico la Chiesa perche' quella siamo tutti noi), trovo le tue posizioni spesso un po' vittimistiche, ma appoggio completamente la tua conclusione: Spero che avremo l'umiltà di ascoltare con serietà e che cercheremo di capire le ragioni degli altri..
Ciao, ho scoperto il tuo blog grazie al tuo intervento - condiviso in toto - sul blog di Marco M. Lupoi.
Beh, che dire, mi unisco a Kyra nel sottoscrivere la tua speranzosa conclusione. Ce n'è un bisogno enorme.
Felice di averti scoperto, a presto,
TM
Grazie Kyra,
anche se il fatto che tu mi dia ragione mi preoccupa un po'...:)
Grazie anche a Thomas Magnum: tanti cari auguri per la tua prossima paternità. Ti consiglio di leggere il libro di Risé "Il Padre, l'assente inaccettabile", per me è stato indispensabile.
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