Riunione di lavoro
Sono reduce da una riunione di lavoro, durata alcuni giorni. Come mio solito, non sono riuscito a far trascorre in pace queste giornate, e, tra un incontro e l'altro, mi sono esibito in alcune accese discussioni coi colleghi su temi che mi stanno a cuore. Il mio modo di discutere è universalmente non apprezzato, perché non ho pazienza, mi infervoro subito e subisco anche visibili trasformazioni fisiche: dicono che divento rosso e che spalanco gli occhi con fare minaccioso...
Io mi giustifico dicendo che non riesco a non farmi trascinare, soprattutto quando gli argomenti trattati mi coinvolgono profondamente.
Comunque, uno degli argomenti, fonte di discussione, è stato valutare quanta importanza potesse avere la Bibbia per la nostra Fede. Non mi addentro nella descrizione della discussione, anche perché non sarei obiettivo. Tuttavia, visto che c'è stata un'appendice anche via mail, riporto ciò che ho scritto: "Caro G., scusa se ti disturbo ancora con le mie farneticazioni :-), ma ho trovato in rete questa testimonianza di un prete cattolico convertitosi al protestantesimo e, visto che mi sembra spiegare meglio di ogni mia parola i timori che cercavo di manifestarti, te la spedisco. Se ne hai voglia leggila:Bereanbeacon."
Nella risposta, molto cortese, il collega mi invitava a considerare l'importanza della Bibbia anche attraverso la meditazione di ciò che è scritto nel Compendio del Catechismo, 18: "Perché la Sacra Scrittura insegna la verità? Perché Dio stesso è l'autore della Sacra Scrittura: essa è perciò detta ispirata e insegna senza errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti ispirato gli autori umani, i quali hanno scritto ciò che Egli ha voluto insegnarci. La Fede Cristiana, tuttavia, non è "una religione del Libro", ma della Parola di Dio, che non è "una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente" (San Bernardo di Chiaravalle)".
Visto che la penso proprio così, ho risposto: "... non ho mai detto che per la Chiesa Cattolica la Bibbia, ma soprattutto il Vangelo, non siano importanti. Avevo solo detto che, a differenza di Islamici, Ebrei e Protestanti, per noi al centro della Fede non c'è il Libro, ma Cristo, ovvero il Verbo incarnato, morto e risorto per noi, celebrato nell'Eucarestia. Un fatto non una serie di parole. Se dicevi questo anche tu siamo in perfetta sintonia. Per molti Cattolici oggi il rischio è proprio quello della "deriva biblista", a tal punto che non ci si sente degni di credere se non si sia letta tutta la Bibbia, non si sia fatto almeno un corso di Ebraico per conoscere i testi sacri originali, non si siano studiati per filo e per segno tutti i contesti storici, psicologici, sociologici, riguardanti Gesù e la Palestina del suo tempo....
Sono proprio i laici atei (e purtroppo alcuni teologi) a spingerci verso questa falsa "acculturazione biblica" (vedi ad esempio Erri De Luca che non fa altro che tradurre libri biblici) nella (per quel che mi riguarda, vana) speranza di spingerci ad un approccio personale, intimo, relativo, claustrale della nostra Fede. La Chiesa Cattolica punta invece all'Universale, al valido per tutti, a una Fede comunitaria, condivisa, forte e non solitaria e vulnerabile. Per quest'ultimo tipo di Fede, tra i Cristiani, bastano i Protestanti, i testimoni di Geova e tutte le altre sette, che interpretano la Bibbia a loro piacimento e non fanno altro che frantumarsi o moltiplicarsi. Noi restiamo uniti nella Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, provvidenziale tramite tra noi e il divino."
Ma forse è meglio che alle riunioni io la smetta di discutere...
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