giovedì, maggio 04, 2006

Un bel quesito sul Matrimonio

Oggi Matteo mi ha commentato così nel post dedicato al Card. Martini.

non penso che la tua frase sia corretta:"perciò se sei cattolico, malato o
non malato, se non vuoi aver figli l'unica cosa seria e coerente da fare è
restare casto."Cito il Catechismo della Chiesa Cattolica 1660:"L'alleanza
matrimoniale ... per sua natura è ordinata al bene dei coniugi così come alla
generazione e all'educazione della prole" I vecchi documenti del magistero che
dicevano "il fine del matrimonio è la prole" sono stati superati.


E' una buona occasione per fare un po' di chiarezza (in me soprattutto...).
Allora, se andiamo a rigor di logica: la Chiesa è contraria ai contraccettivi. Perciò, necessariamente, ogni rapporto sessuale tra coniugi cattolici fertili dovrebbe essere potenzialmente fecondo. I metodi cosiddetti "naturali" hanno la funzione opposta a quella per cui abitualmente vengono usati. Infatti, dovrebbero servire per scoprire quali sono i momenti in cui la donna è più fertile, non quelli in cui è più probabile che non avvenga il concepimento.
Quanto dice il Catechismo non contraddice queste affermazioni, perché, con le premesse fatte, il "bene dei coniugi" (che io tra l'altro considero fuorviante ridurre al solo piacere fisico..) quando è un atto sessuale tra cattolici fertili non può che portare alla nascita dei figli.
Poco importa che la procreazione condivida, (con la comunione e il bene dei coniugi e l'educazione dei figli), il primo posto tra le finalità del Sacramento: compiere un atto sessuale senza usare contraccettivi può portare alla procreazione, perciò se un cattolico non vuole altri figli (cosa, tra l’altro, non molto ortodossa perché "il rifiuto della fecondità, che priva la vita coniugale del dono dei figli" è "peccato gravemente contrario al Sacramento del Matrimonio", CCCC 347) per star “tranquillo” deve, di necessità, astenersi.
Questa la dottrina (più o meno, ma accetto chiarimenti). Tuttavia, se ci si limitasse ad una passiva applicazione di queste “regole” il Matrimonio cattolico potrebbe davvero sembrare un incomprensibile meccanismo creato per rendere infelici gli sposi.
Siamo noi cattolici che attraverso il nostro esempio dobbiamo dimostrare che questa dottrina non è un vano artificio. Rappresenta, al contrario, il modo più naturale, degno e ricco di soddisfazioni con cui possa essere condotta l’unione tra un uomo e una donna.
E’ questo il messaggio della Chiesa, non la sterile norma, ma l’indicazione del percorso, spesso un sentiero stretto e tortuoso, che porta alla realizzazione della vera umanità, della vera felicità su questa terra.
Spiegare con l’esempio è l’unica strada percorribile perché, lo vedo ogni giorno, disquisire “logicamente” di queste cose crea imbarazzo e confusione. In televisione si ride sotto i baffi quando una coppia dichiara di voler arrivare casta al Matrimonio (mi autocito), e, l’altro giorno, a Matrix, ho visto un mefistofelico Piergiorgio Odifreddi ghignante proprio sui temi apparentemente contraddittori legati alla sessualità (con buona pace dell’ottimo, ma non tanto “televisivo” Andrea Tornelli). Emancipiamoci dalla logica, in cui tanti laici intransigenti sono abilissimi, e dimostriamo con la vita quanto sia seria la nostra Fede.
Mi fermo qui ma poi vedremo, grazie Matteo.

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4 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Il problema resta quello di fondo, il motivo per cui tanti non-cristiani non riescono a comprendere il cristianesimo: la nostra è una religione nella quale non c'è un "codice normativo" di cose da fare e da non fare che sia preciso, univoco e definitivo; ogni regola, ogni dogma, ogni comportamento e ogni scelta sono da leggersi alla luce del Vangelo. Chi guarda al cristianesimo come a un insieme di regole (più o meno condivisibili o insensate) ne perde il senso fondante, che è nella realtà storica e umana del Dio fatto uomo, morto e risorto.
Quella del cristianesimo (che resta comunque, a mio parere, la più "umanamente razionale" tra le dottrine religiose, politiche e sociali) non è una logica burocratica dei delitti e delle pene, di azioni e ricompense da retribuirsi secondo tariffazione. Il Dio cristiano è rispettoso della singolarità e dell'irripetibilità di ogni uomo (lo ha creato Lui...), e non traccia giudizi secondo "linee generali" scolpite con l'accetta.
La Chiesa, il Magistero, hanno il compito di difendere e ricordare a tutti il contenuto della Fede, di tracciare quelle linee generali che sono e restano "il cristianesimo". Ma Dio, che è Verità, Via e Vita, il Dio che dà Libertà e Giustizia, non è prigioniero di quelle "linee"...

Slowhand

8/5/06 11:14  
Blogger Piergiobbe ha detto...

Caro Slow, sono d'accordo con te.
Se sono risultato troppo "burocratico" è perché ritengo necessario sgomberare il campo da ipocrisie di comodo. L'obiettivo è alto, ed è naturale che il cammino di ciascuno si svolga seguendo i percorsi più diversi. Ma non dimentichiamoci che noi siamo al lavoro nella vigna già dalla prima ora.
un saluto
Nepo

9/5/06 19:40  
Anonymous Anonimo ha detto...

La mia non voleva davvero essere una critica, ma solo un tentativo di focalizzare i motivi per cui certe posizioni della Chiesa possono sembrare "confuse" o "illogiche", quando non addirittura contraddittorie. Il post, anzi, era molto ben scritto.

Slowhand

10/5/06 12:10  
Blogger kyra l'elfo ha detto...

Provo a dire qualcosa anch'io. Intanto voglio dire che sono perfettamente d’accordo con Slowhand, di cui non sempre condivido le idee, e che mi pare non d’accordo col post di Piergiobbe.
Il punto principale, secondo me, e' che non bisogna dire: "Tutto quello che la Chiesa dice e' vero" ma: "La Chiesa dice quello che e' vero" differenza non da poco. Prendiamo appunto la contraccezione: dice Piergiobbe "... la Chiesa è contraria ai contraccettivi. Perciò, necessariamente, ogni rapporto sessuale tra coniugi cattolici fertili dovrebbe essere potenzialmente fecondo." La cosa da chiedersi e': "perche' la Chiesa e' contraria?" non: "visto che lo e' allora mi comporto di conseguenza". Per quel che ne so e posso capire la Chiesa e' contraria perche' non naturali, perche' impediscono la piena realizzazione della coppia che e' la famiglia, perche' chiudono, in modo certo, la possibilita' della procreazione. Se i motivi sono questi allora una coppia in cui uno dei due e' malato e puo' trasmettere la malattia all'altro o, ancora peggio, al figlio come deve comportarsi? dice giustamente Matteo che l'atto sessuale non e' solo per la procreazione ma anche per il bene della coppia, allora queste persone a cui e' preclusa la procreazione dovrebbero astenersi per tutta la vita? non prevale, in questo caso, il bene della coppia? e comunque proporre l'astinenza come unico metodo per limitare le nascita e' davvero giusto? capisco che la verita' non cambia a seconda del pensiero comune, ma in una societa' come la nostra e' sensato proporre rapporti sempre fecondi? ci sono ad esempio problemi economici che non debbono fermare la fiducia in Dio ma che non vanno sottovalutati; anche problemi medici ad es. dopo un aborto spontaneo o un parto cesareo viene consigliato di aspettare un certo tempo prima di avere un altro figlio, anche in questo caso l'astinenza e' l'unico metodo? la contraccezione limitata ad un periodo di tempo pericoloso e' cosi' grave? non prevale sempre il bene (morale) della coppia e il bene (fisico) della donna?
Discutere di queste cose e' sempre difficile, e fare aperture puo' portare a "ipocrisie di comodo", ma anche fermarsi su un "codice normativo di cose da fare e da non fare" mi pare molto limitativo, penso che la carita' debba sempre prevalere sulla dottrina.

10/5/06 14:48  

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