Discorsi da bar: Prodi e la Chiesa
Allora... all'inizio ci fu la provocazione: il referendum per abolire la legge sulla procreazione assistita. La Chiesa si schierò e consigliò l'astensione. Fu un plebiscito: andarono a votare 4 gatti. Scoppiò lo scandalo. I politici adulti si indignarono perché la Chiesa non faceva il proprio dovere: doveva occuparsi dell'anima, non osare dar consigli su come votare. Poi ci si riprovò: i "dico". La Chiesa fu compatta e gli italiani l'appoggiarono con manifestazioni davvero sorprendenti, come il Family Day. I politici adulti si beccarono un altra batosta e i "dico" scomparvero dall'agenda politica. Fu a quel punto che il Presidente del Consiglio tentò la più semplice, ma efficace delle trappole. Si fece intervistare da Famiglia Cristiana e sentenziò:
"Dobbiamo tutti fare il nostro dovere di contribuenti, perché tutti possano pagare meno. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché quando vado in Chiesa questo tema, che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie?" (Famiglia Cristiana, n.31, 5 agosto 2007, pag. 26)
La rete era stata lanciata e non c'era scampo: se qualcuno avesse deciso di stigmatizzare il suggerimento omiletico di Prodi, ricordandogli che le prediche nelle Chiese non sono di competenza della politica, qualcuno avrebbe potuto osservare: "ma come? i preti possono dirci come fare le leggi e noi non possiamo dir loro come fare le prediche?" Se, d'altra parte, si fosse obiettato non sull'opportunità del consiglio, ma sul suo contenuto, qualcuno avrebbe potuto insinuare il dubbio che la Chiesa giustificasse anche gli evasori fiscali, i quali, com'è noto, sono, insieme coi pedofili (soprattutto se preti, sento adesso la notizia di Don Gelmini...), la feccia della terra.
Come uscire, dunque, da questa ragnatela, tessuta con machiavellico ingegno?
Tacendo, oppure limitandosi a riconoscere che l'evasione fiscale è sicuramente un peccato. Starà nell'astuto Prodi dimostrare l'opportunità e la giustizia dei balzelli ai quali ci sottopone. Se qualche solerte sacerdote vorrà farlo presente, domenica prossima, pur non condividendone gli intenti, non smetterò di andare in Chiesa, ma di sicuro smetterò di aver rispetto per questo modo di far politica...
Etichette: Chiesa, Romano Prodi, S. Messa, tasse
4 Commenti:
Ciao! Prima di tutto complimenti, hai davvero un bel sito!
Riguardo Prodi, il suo intervento è semplicemente assurdo. Questa sì che è un'ingerenza, ma contro la Chiesa!!! Eppure sono sicuro che i laicisti di casa nostra, tanto attenti ad attaccare la Chiesa quando osa parlare, stavolta dimenticheranno il principio cavouriano...
Questi del Centrosinistra non sono cattolici adulti, ma casomai
adult(erat)i!
Saluti occidentali
Ciao Salo,
grazie per la visita, che ho ricambiato volentieri. Io credo che in questa assurda lotta, intrapresa dai laicisti contro la Chiesa, non ci sia poi molto di nuovo. Anzi, al confronto dei rivoluzionari francesi, di Elisabetta I d'Inghilterra, dei bolscevichi o anche dei soli partigiani comunisti di casa nostra, l'attacco appare molto più modesto, e talora quasi risibile. E' destino dei cattolici subire queste invettive, nostra forza è tollerarle.
Un saluto e grazie
CIAO,ho visto il tuo commnento da Salo sul Che,volevo dirti che non conosco profondamente la storia e quindi nemmeno il Super osannato Che.
Però di una cosa mi sono reso conto,cioè che di quando gli tocchi un mito o un idea a quelli di sinistra reagiscono sempre in modo offensivo e eccessivo.
In definitiva quoto il tuo commento.
Grazie L'Altra Rossa
Un saluto
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