Grazie uaar!
Grazie di cuore all'uaar che con queste simpatiche iniziative ci aiuta nella difficile opera dell'apostolato.
Vedi anche l'amico Cronache sorprese, che mi ha preceduto con le sue puntuali e assai condivisibili considerazioni.
di Andrea Nepoti Goitan
2 Commenti:
Carissimo Andrea, ho finito "Il libraio", ma sarebbe meglio dire che l'ho divorato: mi è piaciuto moltissimo. A mio parere, c'è tutto: dall'innocenza ferita alla caduta, dalla sconfitta all'umiltà, dal perdono alla croce. Sono tante le frasi che ho sottolineato per rileggerle e rimeditarle in un secondo momento.
Un aspetto della storia di Pawel che mi ha colpito molto è l'origine della ferita spirituale, ovvero l'abuso da parte del prozio quando lui era bambino. Se ho capito bene, l'abuso provoca in Pawel una profonda ferita identitaria e spirituale, che il padre, al ritorno dalla prigionia, non riesce a sanare, perché tutto preso dal proprio dolore. Dall'abuso subìto nasce l'incapacità di Pawel di volgersi spontaneamente verso il padre carnale e da qui al Padre celeste. Infine, dalla sua ricerca inconscia dell'abbraccio paterno deriva l'omosessualità latente. Per quel poco che so di psicologia, mi sembra che O'Brien abbia centrato in pieno sia una delle cause produttive della separazione dei figli dai padri, sia la molla dell'omosessualità (la ricerca del padre). Inutile dire che O'Brien è magistrale nel delineare il modo cristiano con cui Pawel affronta il suo disordine.
Hai ragione nel dire che la trama ha un che di claustrofobico, ma quella sensazione dovrebbe proprio ricalcare lo stato in cui versa il protagonista per buona parte della sua vita. Bello, decisamente un bel romanzo.
Sono molto contento che ti sia piaciuto. Anch'io ho ritrovato il padre assente nel racconto. Mi sono piaciute molto le riflessioni sulla parola e sull'arte e la parte dedicata a Rublev. Andrebbe riletto per approfondire tutti questi spunti. Spero che abbia ancora una vita anche se mi accorgo che i riordini del Nemico sono molto superiori a quelli del Libraio. Ho paura che presto andrà nel dimenticatoio, insieme a tanti altri bei libri soffocati dall'insulsa sovrapproduzione del nostro paese...
Peccato
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page